Sarà tra le due superfavorite, Spagna e Brasile, la finale delle Olimpiadi di calcio al termine di due semifinali estenuanti ed equilibrate
Brasile e Spagna in finale: ma quanta fatica per entrambe le squadre che hanno dovuto subire molto e rischiare moltissimo in semifinali che sono andate ben oltre il 90’.
In una partita dominata dal punto di vista tattico ma ancora una volta poco produttiva sul fronte offensivo, il Brasile deve aspettare fino ai calci di rigore prima di riconfermare il proprio nome tra quello delle finaliste e difendere il titolo olimpico, il primo della sua storia, vinto a Rio de Janeiro.
Nonostante tante occasioni da gol e una certa superiorità, il Brasile conferma una certa inconsistenza in zona gol. Ma deve anche fare i conti con i miracoli di “Memo” Ochoa, portiere messicano ancora una volta in vena di prodezze. Che benedice il palo colto da Richarlison quando non riesce ad arrivare sul pallone calciato a botta sicura. Ai rigori il Messico sbaglia tutto: Santos para il primo calciato da Aguirre mentre Vazquez spedisce il secondo sul palo. Di Reinier il penalty decisivo, con il Brasile che non commette nemmeno un errore.
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Anche la Spagna ha avuto non poche difficoltà nel superare un coriaceo Giappone, molto bene organizzato in difesa e rapidissimo nel ripartire in contropiede. Una gara equilibrata che fatica a offrire numerose occasioni da gol. Spagna superiore, ma imprecisa in attacco: tante le occasioni che vedono la difesa nipponica cavarsela in qualche maniera o salvata dal proprio portiere, Kosei Tani.
VAR che nega un rigore apparentemente netto alla Spagna per un atterramento ai danni di Merino. Con Pedri (70esima gara stagionale) in campo quasi tutta la gara la volta arriva con Marco Asensio, bravissimo a liberarsi in area su un appoggio di Oyarzabal e insaccare con un delizioso tiro a effetto di sinistro.
Venerdì alle 13.00 ora italiana la finale per il bronzo tra Giappone e Messico. Sabato alle 13.30 la finalissima tra il Brasile, campione in carica, e la Spagna, oro nel 1992 e per la quarta volta in finale.
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