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Tokyo 2020, l’oro diventa un caso: “Squalificatelo, è un terrorista”

Tokyo 2020, l’oro diventa un caso diplomatico e rischia di trascinarsi a lungo: “Squalificatelo, è un terrorista”. Arriva la risposta del Cio

Un oro storico, per il Paese che rappresenta e per l’età del protagonista. Perché non era mai successo che un tiratore vincesse le Olimpiadi a quasi 42 anni (a settembre) come ha fatto l’iraniano Javad Foroughi nella pistola ad aria compressa,10 metri. Un risultato salutato che nel sul Paese è stato accolto come una magia ma che ora scatena le polemiche.

Javad Foroughi (Getty Images)

Perché Javad Foroughi, che ha scoperto la passione per il tiro di recente e solo da un paio di anni è entrato in pianta stabile nel circuito internazionale, fa discutere. Ufficialmente è arrivato a Tokyo 2020 qualificandosi come infermiere in sevizio all’ospedale Baqiyatullah di Teheran. Ma c’è invece chi lo considera solo un terrorista e per questo chiede di squalificarlo.

Il primo a sollevare il caso è stato l’ex campione sud coreano Jin Jong-oh e a stretto giro è intervenuta anche l’associazione umanitaria ‘United for Navid’, nata dopo la condanna a morte e l’esecuzione del lottatore iraniano Navid Afkari (oppositore del regime) tre anni fa. Secondo loro il nuovo oro olimpico sarebbe membro delle guardie della rivoluzione islamica. Un gruppo che dal 2019 è stato inserito dagli Stati Uniti nella sua blacklist sulla sicurezza internazionale.

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Tokyo 2020, l’oro diventa un caso: chi è veramente Javad Foroughi?

Subito dopo l’associazione ha chiesto alla commissione etica del Cio di aprire un’inchiesta sul caso valutando anche eventuali sanzioni sanzione. Questo perché, come si legge nell’esposto, altrimenti il Comitato Olimpico Internazionale sarebbe “complice nella promozione del terrorismo e dei crimini contro l’umanità. I Guardiani della Rivoluzione hanno una storia di violenze e uccisioni non solo di persone e manifestanti iraniani, ma anche di persone innocenti in Siria, Iraq e Libano”.

Javad Foroughi sul podio (Getty Images)

Guardiano della rivoluzione, oppure infermiere che dallo scorso anno ha lottato per salvare i malati di Covid, come ha raccontato lui stesso che per due volte si è anche ammalato? Lui dice di fare la rivoluzione in corsia, seguendo gli ammalati e per ora il Cio non raccoglie. “Se hanno prove, le presentino pure” è stata la secca risposta. Il caso resta aperto.

Federico Danesi

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