A distanza di poche ore dal proscioglimento nell’indagine sull’incidente che ha ridotto in fin di vita Alex Zanardi, parla Marco Ciacci, l’altro protagonista dello sfortunato incidente
Marco Ciacci torna a respirare dopo un anno da incubo, ma sicuramente la sua vita non sarà la stessa. Anche se il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Siena lo ha prosciolto. Non ci sono sue responsabilità nell’incidente che ha visto il suo camion investire Alex Zanardi che si stava allenando con la sua handbike. Una indagine lunghissima che si chiude sollevando l’autista da ogni accusa.
Alex Zanardi e Marco Ciacci
L’incidente che aveva ridotto in fin di vita l’olimpionico, 54 anni, vittima di un’ennesima brutale sfida da parte del destino, ha avuto in Marco Ciacci una controparte silenziosa e disperata. Dopo l’incidente il camionista ha rifiutato qualsiasi proposta di parlare, farsi intervistare, chiarire: ha parlato solo con i familiari, l’avvocato e i magistrati nel tentativo di ricostruire la dinamica dell’incidente.
Ciacci lo rivive ogni giorno, più volte al giorno: “Ho vissuto quel momento ogni giorno, da sveglio e di notte, non ho fatto altro che pensarci. Sapevo di non avere delle responsabilità ma non c’è stato un solo giorno in cui non ho pensato se ci potesse essere anche un solo modo per potere evitare quello scontro”.
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“Spero di abbracciare presto Alex”
Marco Ciacci ha 45 anni e tre figli. I giudici lo hanno prosciolto alleggerendo in un peso enorme: “É solo la conferma di quello che ho sempre sostenuto, e cioè che è stata una fatalità. Ma nulla potrà ridarmi la tranquillità. La mia vita è uscita distrutta da questa vicenda. L’unica cosa che spero adesso è quella di poter abbracciare Alex Zanardi, spero di potere parlare con lui. La mia vita è segnata”.
Zanardi sta proseguendo un lentissimo processo di riabilitazione dopo avere subito danni importanti alla testa e alla colonna cervicale: “Spero che questo riporti la tranquillità ai miei figli che per un anno si sono sentiti coinvolti in qualcosa di più grande di loro vedendo il nome del loro papà trattato alla stregua di un colpevole. L’unico modo per evitare quell’incidente era non essere lì quel giorno, su quella curva con il mio camion. É stato impossibile evitare l’impatto”.
Ciacci manda anche un messaggio alla famiglia di Alex Zanardi: “Sono loro vicino, come uomo e come padre, come appassionato. Per me l’unica cosa che conta ora è che torni a stare bene nella speranza di poterlo abbracciare”.