Dalla finale di sciabola maschile arriva comunque una medaglia d’argento per la squadra italiana grazie a Luigi Samele
Passerà alla storia come la prima medaglia azzurra di queste Olimpiadi di Tokyo: e anche se non è d’oro brilla moltissimo perché Luigi Samele la conquista soprattutto grazie alla sua vittoria in semifinale senza riuscire mai a impensierire nella finalissima l’ungherese Aron Szilagyi, quello che diventerà uno degli atleti più forti di tutti i tempi.
Olimpiadi, Samele si accontenta
C’era poco da fare contro Szilagyi, praticamente perfetto nel corso di tutta la competizione; sempre avanti il magiaro ha conquistato immediatamente un break importante che l’atleta azzurro non è mai riuscito a intaccare e che dimostrano l’assoluta superiorità di Szilagyi che conquista il suo terzo oro consecutivo dopo quelli di Londra e Rio de Janeiro, un risultato assolutamente straordinario che lo pone al vertice della scherma mondiale di tutti i tempi. Szilagyi vince 15-7, nessuna discussione.
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“Ho perso dal più forte”
Samele commenta con serenità la sua finalissima: “In questo momento da buon terrone sono arrabbiato – dice lo spadista foggiano – perché quando arrivi così vicino a qualcosa che hai sognato per tutta la vita la sconfitta brucia, ed è molto dolorosa. Ma sono anche consapevole di avere perso da qualcuno che forse è davvero imbattibile, il più forte di tutti nella storia di questo sport. La medaglia resta un valore assoluto, un grande riconoscimento dopo tanti anni di lavoro… Forse me la godrò e ne capirò il suo reale significato tra qualche tempo”.
Eliminato proprio da Samele, Enrico Berré nei quarti di finale (15-10). Niente da fare per Luca Curatoli, eliminato ai sedicesimi di finale in una sfida sfortunata e nervosa dal rumeno Teodosiu (15-13).
Bronzo per il sudcoreano Kim Junghwan battendo il georgiano Sandro Bazadze. Niente da fare con il punteggio di 15-11 al termine di un assalto che si è deciso negli ultimi minuti, con un break di 4-0 decisivo in favore di Kim.