La sconfitta nella finale di Wimbledon contro Djokovic non consente a Matteo Berrettini di coronare il sogno di qualsiasi tennista, ma il futuro è suo
Il complimento più grande glielo fa proprio il suo avversario, Novak Djokovic, ritirando il trofeo di Wimbledon: il sesto in carriera.
Conoscendo la sfacciata sincerità di Djokovic non sono parole di circostanza: “Matteo è tosto, forte, costante, continuo, un vero martello – dice il numero uno del mondo – mi ha messo in grandissima difficoltà e avrà tante altre occasioni. Perché gioca in modo potente e ti lascia il segno”.
Berrettini ringrazia. Una stima che Djokovic gli aveva già dimostrato dopo il Roland Garros: non è un mistero che Nole avrebbe preferito evitare un’altra sfida con il romano. Che invece ha dovuto affrontare proprio in finale. Per Berrettini la sconfitta è amara: “…ma giusta – ammette il tennista, 25 anni – ho perso da un grande avversario, forse il più grande di sempre, che sta vivendo un momento di forma assolutamente straordinario. Ho fatto quello che ho potuto”.
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Matteo Berrettini è comunque soddisfatto: “Ho fatto quello che mi ero ripromesso, giocando il mio tennis, costruendomi qualche occasione, cercando di metterlo in difficoltà. Sono soddisfatto della mia partita – dice il tennista, che da domani sarà al numero #8 del mondo – e credo di aver giocato il mio miglior tennis contro un avversario francamente di livello superiore”.
Berrettini guarda al futuro: “Continuerò a lavorare per creare nuove occasioni sperando che questa finale non sia l’unica o l’ultima. Questa di sicuro non è la fine, ma il mio inizio verso nuovi obiettivi e altri traguardi”.
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