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Italia-Belgio, arbitra Vincic. Arrestato un anno fa, il motivo è incredibile

Italia-Belgio, venerdì arbitrerà lo sloveno Vincic. Nel suo recente passato c’è anche un clamoroso arresto per un motivo incredibile

Il destino di Italia e Belgio verso la semifinale di Euro 2020 passerà anche dalle decisioni dell’arbitro. Il designatore, Roberto Rosetti, che mai come questa volta deve essere super partes ha scelto lo sloveno Slavko Vincic per la partita in programma il 2 luglio all’Allianz Stadium di Monaco di Baviera. Un nome di garanzia, ma con un passato rocambolesco.

(Getty Images)

Il fischietto sloveno, 42 anni, dirige dal 2010 ed è diventato arbitro internazionale nel giro di pochi anni incrociando il suo destino spesso anche con le italiane. Ha diretto infatti il Milan nella trasferta all’Old Trafford contro il Manchester United in Europa League e sempre nella stessa competizione la Lazio per due volte.

Ma soprattutto nella passata stagione fischiava lui a San Siro in occasione di Inter-Shakhtar Donetsk, che ha determinato l’eliminazione della squadra di Conte. Inoltre aveva diretto Bulgaria-Italia per le qualificazioni ai Mondiali 2022 lo scorso marzo mentre a Euro 2020 ha fischiato in Spagna-Svezia e Svizzera-Turchia. Tutte partite, queste ultime, che però ha rischiato di non vedere maièperché un ano fa poteva finire in galera.

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Italia-Belgio, arbitra Vincic: un anno fa il clamoroso episodio che poteva cambiargli la vita

Nel maggio del 2020 infatti anche Slavko Vincic era rimasto coinvolto nella retata della polizia slovena che aveva fatto un blitz in una località della Bosnia Erzegovina. Al centro dell’operazione c’era un gruppo malavitoso che si dedicava a prostituzione, traffico di armi e droga.

(Getty Images)

Nell’irruzione al casolare dove stavano pranzando alcuni membri del clan, c’era a tavola anche lui con la sua compagna. Un video del tv slovena lo mostrò ammanettato e in ginocchio dopo l’irruzione degli agenti, ma Vincic riuscì a chiarire in fretta la sua posizione. Aveva semplicemente accettato un invito a pranzo, senza sapere quello che sarebbe successo in quel posto.

“Ho una mia azienda ed ero in Bosnia solo per una riunione di lavoro. Non ho nulla a che fare con le persone che sono state fermate e arrestate. La polizia ci ha portato via, ci ha fatto alcune domande come testimoni e quando hanno visto che non conoscevamo nessuno degli accusati, ci hanno liberati”, aveva spiegato.

Federico Danesi

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