Il solito Bernal gestisce un finale di tappa molto incerto verso l’Alpe di Maira confermandosi maglia rosa del Giro a due giorni dall’arrivo a Milano
Un arrivo strategicamente splendido quello dalla 19esima tappa del Giro d’Italia che sull’ultima ascesa verso l’Alpe di Mera vede tutti i migliori a fare la differenza. Primp è Simon Yates, reduce da una mezza batosta sull’ultimo arrivo in salita a Coertina, ma capace di fare la differenza sulla salita decisiva.
Poi a tre chilometri dall’arrivo, con Vlasov e Caruso sulle sue ruote, il colombiano si stacca imitato solo da Almeida. Un’altra grande prova di forza della maglia rosa che si conferma tale: ma perdendo qualche secondo da Yates. Secondo Almeida, terzo Bernal. Quarto uno splendido Damiano Caruso.
In una tappa contrassegnata da un clima di cordoglio e tristezza per le vittime del Mottarone, i ciclisti hanno preso una decisione importante: devolvere tutti i premi di giornata alle famiglie vittime della strage della funivia.
Nella prima fase interlocutoria spicca solo la volata punti di Baveno, vinta da Andrea Pasqualon protagonista di una fuga che a poco a poco perde i suoi protagonisti. L’ennesima caduta costa il ritiro a Gianluca Brambilla, fortemente contuso dopo un brutto impatto a terra. La gara comincia a farsi vivace con le prime salite: sul GPM di Passo della Colma passa per primo Warbasse.
Il gruppo si ricompatta sull’inizio della lunga ascesa verso il traguardo di Alpe di Mera: la gara si fa estremamente strategica con Bernal, sempre più padrone del Giro, che senza correre troppi rischi, ben conscio delle proprie risorse e possibilità, che prima lascia sfogare Yates poi piazza una controffensiva che ha il doppio scopo di limitare i danni da Yates e incentivare il vantaggio sui concorrenti più prossimi. Una tattica assolutamente perfetta.
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La classifica vede Yates ridurre il suo gap di 34” da Bernal, che resta solidamente in maglia rosa a due giorni dall’arrivo a Milano. Il vantaggio di Bernal sul secondo posto di Caruso, aumenta a 2.29”. Terzo Yates a 2.49”, poi Vlasov a 6.11” e Carthy a 7.10”.
Immutate le classifiche della maglia a ciclamino, sempre sulle spalle di Sagan e quella della maglia blu, confermata a Bouchard.
Ultime salite importanti nella 20esima tappa, la penultima di questa edizione del Giro d’Italia: si parte da Verbania con arrivo ancora una volta in salita ad Alpe Motta, 164 km. Due traguardi volanti a Cannobio e Madesimo, tre GPM al Passo San Bernardino (2065) dopo lo sconfinamento nel Canton Ticino, poi allo Spluga (2115) con arrivo sulla Rampa di Motta (1727). Si parte alle 12.20.
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