Calcio

Streaming illegale: smantellata una rete di abbonamenti pirata sul calcio

Oltre un milione e mezzo di abbonamenti illegali, 45 indagati, un giro d’affari mensile da 15 milioni di euro, maxi operazione della Polizia contro lo streaming illegale

Maxi operazione della Polizia Postale, 45 indagati (Foto Polizia Postale)

Maxi operazione di Polizia e Polizia Postale per smantellare una vastissima rete di televisioni IP illegali che erogavano in streaming partite di calcio ed eventi sportivi.

Streaming illegale, un milione e mezzo di abbonati

Gli inquirenti e gli investigatori l’hanno ribattezzata “Operazione Blackout”. L’obiettivo era quello di azzerare un’organizzazione capillare e molto strutturata con numerose centrali di distribuzione e che serviva non meno di diciotto province.

I numeri sono importanti. Secondo i dettagli resi noti dalla polizia l’organizzazione aveva strutturato una rete commerciale in grado di vendere a 10€ al mese abbonamenti che consentivano di accedere a streaming illegali. Una truffa per le reti che avevano acquisito in esclusiva gli eventi sportivi. Il segnale veniva dirottato attraverso una serie di ripetitori on line, le cosiddette IPTV.

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Maxi operazione in tutta Italia

L’indagine condotta dalla magistratura di Catania si è concretizzata con una vasta operazione sul territorio di Polizia e Polizia Postale. Ben 45 le persone identificate e denunciate, numerosissime le perquisizioni che hanno impegnato più di 200 agenti, e 11 compartimenti regionali in 18 province.

La rete di abbonamenti era diffusa tra le province di Catania, Palermo, Reggio Calabria, Bari, Napoli, Ancona, Roma, Cagliari, Milano, Firenze, Venezia. Le indagini vanno avanti e potrebbero esserci nuovi sviluppi. Considerando un milione e mezzo di abbonati, il giro d’affari garantiva 15 milioni di euro al mese.

L’ipotesi di reato per i 45 indagati è di associazione a delinquere finalizzato alla commissione dei delitti di accesso abusivo a sistema informatico. Oltre a frode informatica aggravata. Smantellata una centrale tecnica a Messina che da sola era in grado di garantire centinaia di migliaia di connessioni.

Mauro Marchina

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