Ancora uno strappo in salita al Giro d’Italia per sgranare il gruppo e offrire un arrivo in solitudine: vince il francese Victor Lafay con un largo margine, in forte ritardo il gruppo della maglia rosa
Primo successo in carriera per il francese Victor Lafay che azzecca perfettamente i tempi e i modi della fuga gestendo poi il suo vantaggio con grande intelligenza. Secondo Gavazzi, protagonista di una tappa eccellente e al traguardo con una quarantina di secondi di ritardo, seguito a poca distanza dal tedesco Arndt.
Dopo la lunga fuga di Lafay, protagonista di un lavoro eccellente, si guarda solo al gruppo della maglia rosa che si presenta alle pendici dell’ultima salita con quasi cinque di ritardo costringendo a fare un po’ di conti per capire se Attila Valter è in grado di proseguire la sua storia in rosa al Giro. In effetti in una tappa nervosa, con diverse minifughe e qualche strappetto, la classifica generale viene toccata solo relativamente. Il ritiro di Caleb Ewan, vincitore della volata di ieri, toglie al Giro un altro grande protagonista. Ne approfitta Tim Merlier che si aggiudica il primo traguardo volante di tappa mentre al belga Goosens va il GPM di Bocca della Selva.
Poi l’attenzione si sposta su Lafay che stacca con un’azione perentoria i suoi compagni di fuga e regge il ritmo fino alla fine. Una lunga corsa solitaria per il francese della Cofidis. Brutta caduta per Gaviria che rimane contuso. Alla fine rimane tutto immutato.
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Classifica del Giro d’Italia dunque sostanzialmente immutata: in rosa resta Attila Valter con gli stessi distacchi di ieri, 11” su Evenepoel e 16” su Bernal. La nuova maglia ciclamino è Tim Merlier mentre Gino Mader conserva la maglia azzurra degli scalatori.
La nona tappa sarà decisamente interessante, 158 km com ben quattro Gran Premi della Montagna, strappi molto significativi che sicuramente potrebbero dare una bella scossa a una classifica generale estremamente corta e compatta con distacchi minimi. Si parte da Castel di Sangro: primo GPM al Passo Godi, 1566, seconda ascesa a Forca Caruso, poi due traguardi volanti a Celano e Rocca di Cambio prima di un finale durissimo con la scalata a Campo Felice, quota 1605.
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