Diritti tv Serie A: assegnato il pacchetto 2, cosa cambia per i tifosi

Diritti tv Serie A: dopo un’assemblea fiume della Lega (ma in streaming) assegnato il pacchetto 2. Cosa cambia ora per i tifosi

(Getty Images)

Mancava poco alla scadenza dei termini, ma alla fine la Lega di Serie A ha trovato un accordo anche per vendere il pacchetto 2 dei diritti tv per il periodo 2021-2024. La trasmissione di tre partite ogni turno in co-esclusiva con Dazn toccherà a Sky, unica ad aver presentato un’offerta

L’assemblea era iniziata alle 15, poi è stata interrotta dopo le 21 senza un accordo, ma prima della mezzanotte un’intesa è stata trovata. Parma e Crotone non hanno votato in quanto già retrocesse, Napoli e Lazio si sono astenute, ma le altre sedici hanno detto sì all’accordo che è diventato realtà.

Ma c’è una condizione obbligatoria, come conferma la nota della Lega di Serie A: “Sky Italia S.r.l. rinunci – con formale atto scritto da far pervenire alla Lega e da depositare telematicamente in giudizio entro il termine ultimo delle ore 24 di oggi 14 maggio 2021 decorso il quale l’efficacia dell’accettazione verrà definitivamente meno – al ricorso ex 669-bis e 700 c.p.c. notificato in data 23 aprile 2021 e promosso dinanzi al Tribunale di Milano (R.G. n. 7238/2021), nonché alle azioni di merito fondate sui medesimi motivi dedotti nel ricorso”.

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Diritti tv Serie A: quanto incasserà la Lega per le prossime tre stagioni? I termini dell’accordo

Cosa cambia quindi per i tifosi e gli appassionati di calcio? Tutte le partite della Serie A per le prossime stagioni saranno visibili su Dazn, con un abbonamento e formula che la piattaforma streaming deve ancora comunicare. Ma tre gare saranno visibili anche su Sky Sport. Sono l’anticipo del sabato sera alle 20.45, la gara di pranzo delle 12.30 della domenica e il posticipo del lunedì sera sempre alle 20.45 (a meno di turno infrasettimanali).

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Nelle casse della Lega dovrebbero entrare 87,5 milioni a stagione che sommati agli 840 milioni per la cessione dei diritti a Dazn portano la cifra complessiva del marcato nazionale a 927,5. Un totale inferiore ai 970 milioni dell’accordo precedente, dal quale però dovevano essere tolti 55 milioni ogni anno come commissione a Infront.

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