Indagine su Maurizio Setti, presidente del Verona: le accuse

La Guardia di Finanza ha ufficializzato l’esistenza di un’inchiesta della procura di Bologna a carico del presidente dell’Hellas Verona per appropriazione indebita e autoriciclaggio

Maurizio Setti
Maurizio Setti accusato di appropriazione indebita e autoriciclaggio (Getty Images)

Tegola di fine stagione sull’Hellas Verona, protagonista di un ottimo campionato che ha portato la squadra scaligera a un passo dalle coppe europee.

Il presidente del Verona Setti indagato

Secondo un comunicato stampa diramato oggi dalla Guardia di Finanza, la Procura della Repubblica di Bologna avrebbe ufficializzato un’inchiesta nei confronti del presidente dell’Hellas Verona Maurizio Setti.

Le ipotesi di reato sono di appropriazione indebita e autoriciclaggio: le Fiamme Gialle hanno anche disposto il sequestro di 6.5 milioni di euro, la somma che Setti avrebbe in qualche modo distratto dalle casse dell’Hellas per salvare il Mantova, squadra nella quale tuttavia il proprietario del club scaligero non rappresenta alcuna carica ufficiale.

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Maurizio Setti
Maurizio Setti, proprietario dell’Hellas Verona dal 2013 (Getty Images)

L’indagine

Secondo le indagini della Guardia di Finanza tutta l’operazione che riporta a Maurizio Setti sarebbe frutto di un maquillage contabile grazie al quale il proprietario dell’Hellas avrebbe in qualche modo nascosto la provenienza e la destinazione delle somme di cui si era appropriato.

Setti, 57 anni, era stato al centro di altre questioni anche in passato. Socio del Verona dal 2012, aveva acquistato il pacchetto azionario del club l’anno dopo. SDi lui si era occupato nel 2017 una indagine della Federcalcio, archiviata quasi subito, per fare luce sulla proprietà del Verona.

Il comunicato della Guardia di Finanza parla di una indagine ancora in corso. Si indaga su

“flussi finanziari e operazioni societarie stratificatesi nel tempo, dai quali è emerso che la partecipazione detenuta dalle due società nella Hellas Verona era stata oggetto, negli anni, di vorticose operazioni di cessione infragruppo e rivalutazioni (anche grazie al coinvolgimento di società estere) che ne avevano strumentalmente e ingiustificatamente incrementato il valore”.

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