Con una maggioranza molto ampia 55 voti su 72, Giovanni Malagò è stato riconfermato al vertice del Comitato olimpico nazionale per un terzo mandato
Inizia il Malagò-Ter, terzo mandato per il presidente del Coni Giovanni Malagò. Riconfermato alla massima carica sportiva nazionale, quella del comitato olimpico italiano, per la terza volta dopo che nel 2013 aveva assunto la presidenza da Gianni Petrucci.
Che il manager romano fosse quasi certamente chiamato a una riconferma era dato per scontato. Ma le votazioni si sono rivelate ancora più schiaccianti delle previsioni. Ben 55 voti per Malagò, 13 Francesco Ettorre, ex presidente della federazione ciclismo, un solo per Antonella Bellutti, ex ciclista e prima donna a candidarsi a presidente del CONI nella storia del comitato.
Emblematica anche la sede nella quale si sono svolte le elezioni, il circolo tennistico milanese Bonacossa. Proprio dove Giulio Onesti, presidente storico e benemerito del comitato olimpico nazionale italiano, aveva deciso di tenere le prime elezioni. L’Italia usciva dalla seconda guerra mondiale e Onesti decise di tenere il CONI lontano dai salotti politici romani.
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Il conseguimento della maggioranza relativa, 38 voti, i primi a congratularsi con Malagò sono stati proprio i suoi avversari, Ettorre e Bellutti, cui il presidente si è rivolto con un affettuoso bacio sulla guancia è una stretta di mano. Un clima assolutamente sereno. In un momento particolarmente difficile non soltanto per il CONI, dopo la gestione della crisi che avrebbe potuto portare alle Ola nostra nazionale senza inno e senza bandiera. Ma soprattutto per la gestione della pandemia che vede diverse federazioni in ginocchio e tanti club che probabilmente saranno costretti a chiudere.
Si apre un triennio importante che porterà lo sport italiano verso le Olimpiadi invernali di Cortina ma, nel contempo, alle prese con una drammatica crisi finanziaria, con gli stadi vuoti e i giovani sempre più lontani dal mondo delle palestre e dell’attività agonistica.
Per Giovanni Malagò questo sarà l’ultimo mandato: lo statuto del CONI, infatti, non prevede una terza di elezione. Nel 2025 passerà la mano.
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