La WADA, l’agenzia mondiale anti doping e la World Athletics, la federazione internazionale di atlerica leggera, hanno detto definitivamente no al sogno olimpico di Alex Schwazer. Che non rinuncia alla sua battaglia legale
Alex Schwazer insiste. E continuerà a insistere fino a quando la certezza sarà che non potrà più prendere parte alle Olimpiadi. Ma intanto la WADA e la World Athletics chiudono definitivamente la porta a qualsiasi istanza del marciatore azzurro e a un eventuale ripensamento.
La vicenda di Alex Schwazer è ormai nota. Il marciatore, medaglia d’oro a Pechino, era stato squalificato alla vigilia delle Olimpiadi di Londra dopo essere stato rinvenuto positivo a un controllo antidoping. Rientrato in attività a squalifica scontata Schwazer era stato di nuovo fermato con l’accusa di doping. Ma lo scorso anno il tribunale di Bolzano aveva rigettato le accuse penali rivelando che l’atleta era stato oggetto di una truffa.
Le sue analisi erano state contraffatte per escludere definitivamente dai giochi lui e il suo allenatore. Forte della sentenza di Bolzano che assolveva Schwazer “per non avere commesso il fatto”, l’atleta altoatesino ha cercato inutilmente una sponda per cambiare sentenza sportiva che renderebbe impossibile al marciatore di tornare ai giochi. Per ora è tutto inutile.
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Schwazer ha chiesto la cancellazione della sua squalifica di otto anni. Ma a quanto pare nemmeno il tribunale federale di Losanna sembra avere accolto l’istanza. Lo anticipa l’agenzia giornalistica AGI citando sia fonti legali svizzere confermate anche dagli avvocati del marciatore.
La WADA difende il proprio procedimento di giustizia sportiva, per altro basato su analisi contraffatte, così come ha dimostrato il tribunale di Bolzano, senza fare alcun passo indietro. La WADA ha sottolineato che la squalifica certificata dalla World Athletic è in essere e resta tale, fino a tutto il 7 luglio 2024.
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