Ayrton Senna alla Ferrari: la storia della Formula 1 poteva cambiare così, con un accordo già firmato. Ma poi cosa è successo?
Ci sono due date e due orari impressi nella mente di chi ha vissuto il mito di Ayrton Senna e oggi ancora lo rimpiange, a 27 anni dalla tragica morte a Imola. La prima è legata al giorno dell’incidente alla Curva Tamburello: ore 14.17 del 1° maggio 1994 lo schianto fatale, anche se il suo cuore ha retto ancora quattro ore fino al trasporto a Bologna. Ma anche le 17.30 del 9 luglio 1990.
Un retroscena che non tutti conoscono e che oggi racconta ancora una volta Cesare Fiorio, allora direttore sportivo della Ferrari, a ‘Il Foglio’. A quell’ora, nell’anno dei Mondiali italiani, dal fax del reparto sportivo di Maranello uscì il contratto destinato a rivoluzionare la storia del Mondiale di F1.
Un preaccordo tra la Ferrari e Ayrton Senna che avrebbe dovuto correre con il Cavallino nelle due stagioni successive, coronando il sogno di tutti a 30 anni. Fiorio non svela le cifre (le voci parlavano di 10 miliardi di lire), ma racconta. Una trattativa tenuta segreta, tra la casa brasiliana del campione a San Paolo e Montecarlo.
Poi però è cambiato tutto perché la proprietà, che era già Fiat, decise di confermare Alain Prost e il francese aveva messo un veto sul suo ex compagno di squadra in McLaren. Secondo l’ingegner Fusaro, che allora guidava la Ferrari, fu direttamente Gianni Agnelli a dire di no a Senna. A molti però sembra incredibile che un vincente come l’Avvocato abbia voluto rinunciare al miglior pilota della sua epoca (e forse di sempre). E la storia sarebbe cambiata davvero.
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Il cuore di Ayrton Senna, quell’anno alla Williams. si fermò alle 18.37 nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Bologna nel quale era stato ricoverato d’urgenza. Lo schianto al Tamburello non gli aveva lasciati scampo fin da subito e nonostante gli sforzi, non c’è stata possibilità di salvarlo. Così come non c’era stata il giorno prima con Roland Ratzenberger. Oggi Imola eccezionalmente lo ricorderà ancora una volta aprendo l’Autodromo al pubblico, ma solo a piedi e senza nessun mezzo meccanico, dalle 9 alle 18.
Il miglior modo per celebrare un talento puro, mostrato la prima volta a Montecarlo il 3 giugno 1984. Sotto una pioggia violenta, quel brasiliano fino ad allora poco conosciuto mise insieme una rimonta folle al volante della Toleman arrivando a minacciare la McLaren di Alain Prost. Gara interrotta sul più bello e molti sono convinti che non ci sarebbe stata storia anche se per gli annali Senna finì secondo.
Da allora, tre titoli mondiali (1988, 1990, 1991) e 161 Gran Premi con 41 vittorie, 65 pole position e 80 podi. Il suo circuito del cuore? Due: Interlagos perché era la pista di casa e Montecarlo, con sei vittorie.
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