Superlega, parla Florentino Perez che guiderà la nuova struttura e chiarisce i motivi della decisione: “Lo facciamo per salvare il calcio”
Una rivoluzione che non era più possibile rimandare. La definisce così Florentino Perez, presidente del Real Madrid e prossimo presidente della Superlega, che parla nella notte italiana (ormai un’abitudine per il nuovo campionato). Spiega perché hanno deciso di passare all’azione e perché il resto nel mondo del calcio non deve tremare.
“Qui al Real Madrid, ma non solo, abbiamo perso molti soldi, stiamo attraversando una situazione molto critica. Siamo arrivati alla conclusione che se invece di fare una Champions League facciamo una Super League saremmo in grado di coprire le perdite che abbiamo subito. Non è un campionato per ricchi, è un campionato per salvare il calcio”.
Poi spiega che comunque i campionati nazionali non finiranno e che ci sarà sempre spazio per il merito: “Per esempio, anche Roma e Napoli avranno il diritto di entrare se ne avranno merito. Non è un campionato chiuso, crediamo nel merito di tutte le squadre”. Ma la Champions League no, non è attraente per i fans e per le televisioni, perché sono poche le partite di fascino.
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Dietro alla rivoluzione Superlega in realtà ci sono due motivi di fondo legati all’economia e che con lo sport c’entrano relativamente. Quanto Perez parla di calci in crisi ha ragione, ma sono i 12 club fondatori a dare il cattivo esempio e lo dicono i loro bilanci, non noi.
Il raffronto dei bilanci tra il 2019 e il 2020 fatto da una società specializzata come Deloitte lo dice chiaro: il Barcellona passa da 860,9 milioni di euro a 728,5, il Real Madid da 775,4 a 704,8 e il Manchester United da 728,5 a 591,3. Le italiane? La Juventus da 470,7 a 405,4, l’Inter da 373,2 a 296,9 e il Milan da 207,4 a 149,2.
E poi ci sono i veri padroni del calcio moderno, le televisioni soprattutto quelle in streaming. Sarà anche vero che i 12 club possono mettere insieme 1 miliardi di fans sui social, ma fans non equivale necessariamente a tifosi. Amazon, Disney e Sky, le tre piattaforme interessate ai diritti fanno pressione per trovare nuovi abbonati con un prodotto unico.
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