Brutte notizie per la star dell’NBA LaMarcus Aldridge, costretto a lasciare l’attività agonistica a causa di problemi di carattere cardiaco
Una notte di paura, una giornata di riflessione: e LaMarcus Aldridge preferisce dire basta e concludere prima dei suoi programmi, almeno altri due anni di attività, la sua carriera agonistica in NBA.
Fine carriera per LaMarcus Aldridge
Una decisione improvvisa e difficile da prendere. Aldridge, 35 anni, attualmente con i Brooklyn Nets, dopo diversi anni a San Antonio e Portland, ha accusato un malore un paio di notti fa che lo ha decisamente spaventato: “I medici hanno parlato di un’aritmia atipica che andava gestita con una certa attenzione – spiega Aldridge – mi hanno detto che forse sarebbe stato opportuno riconsiderare le mie priorità. Cosa che ho fatto insieme alla mia famiglia. E per questo ho deciso di dire basta”.
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Il veterano
Aldridge è un veterano stimato e rispettato in NBA. Texano di Dallas, classe 1985, è il 47esimo miglior realizzatore di sempre nella storia dell’NBA. Alto 2.11 per un peso forma di circa 115 kili, Aldridge aveva esordito nel massimo campionato professionistico americano dopo il draft nel 2006. Le sue cifre erano impressionanti: 15 punti di media a partita con Texas University. Dal draft arriva la chiamata dei Chicago Bulls che lo girano a Portland dove gioca per dieci anni, 648 partite e 12.562 punti. Poi passa agli Spurs, un contratto di quattro anni da 80 milioni di dollari: a San Antonio gioca 376 partite marcando oltre settemila punti. Da poco era approdato al minimo salariale ai Nets giocando solo cinque partite.
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“Meglio dire basta”
La sua decisione arriva dopo un malore avvertito nella ultima partita in cui era andato a referto, il 10 aprile contro i Los Angeles Lakers. Questa la sua dichiarazione con la quale saluta la NBA e lascia: “Quando nella vita hai avuto tutto e sei stato molto fortunato rispetto alla vita che avresti potuto fare è giusto ringraziare e dire che hai avuto abbastanza. Inutile sfidare la sorte. L’ultima crisi è stata violenta e mi ha spaventato moltissimo. Speravo che la notte passasse senza conseguenze e invece sono stato ancora peggio. Non mi sono mai spaventato così tanto in vita mia. Preferisco dire grazie”.
I problemi cardiaci di Aldridge erano noti fin dalla stagione del suo esordio: nel 2007 gli era stata diagnosticata la Sindrome di Wolff-Parkinson: aveva perso metà della sua prima stagione a Portland e nel 2011 era stato sottoposto anche a un intervento chirurgico per risolvere il problema e consentirgli di proseguire la sua carriera professionistica.
Aldridge, due figli, lascia con 1029 gare a referto e una media punti stellare: 19.4 a partita.