Il CT della Nazionale azzurra di calcio Roberto Mancini offre il suo punto di vista nell’ambito della discussione tra vaccini e riapertura degli stadi al pubblico
Dopo la raffica di positività nella squadra di Roberto Mancini al ritorno dalle due trasferte delle qualificazioni al Mondiale di Bulgaria e Lituania, il parere del CT della Nazionale è particolarmente atteso e autorevole.
Roberto Mancini: “Il paese riapra”
Ma il commissario tecnico, che non vede l’ora che gli stadi possano riaprire è ancora più chiaro circa il ritorno del pubblico negli stadi italiani: “Spero che non si debbano aspettare gli Europei per rivedere un po’ di pubblico sugli spalti – dice Mancini – io in tutta sincerità spero e auspico che il paese possa ripartire prima, stadi compresi”.
Questa settimana dopo un lungo periodo di lockdown durissimo e controlli a tappeto senza sconti, l’Inghilterra ha cominciato a riaprire i battenti: pub e ristoranti all’aperto, pur tra molte precauzioni e controlli. Uno dei primi stadi che riaprirà i battenti sarà proprio Wembley, sede delle finali dell’Europeo dove si giocheranno le gare di coppa di Lega e di FA Cup.
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Tornare alla normalità
Roberto Mancini parla di normalità: “Abbiamo tutti vissuto un momento di lunga incertezza, il paese ha bisogno di potere tornare quanto prima alla normalità. E dunque di tornare a scuola, al lavoro e alle proprie attività di tempo libero: sport compreso. Spero che si dia la possibilità di riaprire a tutte le persone che hanno sofferto e che hanno vissuto questo periodo terribile tra grandi problemi. Spero si consenta a tutti di tornare a lavorare e di riuscire a tornare a una vita normale, ancora prima del calcio”.
Quanto agli europei, pur senza chiederlo e dirlo esplicitamente, Mancini sposa la posizione che il Coni ha assunto per gli sportivi che si apprestano alle Olimpiadi. E dunque vaccini per tutti: “Viaggiamo in lungo e in largo e siamo a contatto con tante persone, ma lo valuterà la Federazione, io spero che prima vengano vaccinate le persone che hanno più bisogno, dunque quelle anziane, poi vedremo quello che sarà più avanti”.