Si arricchisce di un nuovo capitolo la vicenda di Alex Schwazer che dopo la sentenza di assoluzione del tribunale di Bolzano incassa anche il sostegno della commissione cultura della Camera
La vicenda di Alex Schwazer, il marciatore oro olimpico a Pechino ma poi incappato in due lunghissime squalifiche a seguito di una vicenda di doping avvenuta prima delle Olimpiadi di Londra e di Rio de Janeiro, si arricchisce di un nuovo capitolo.
La commissione istruzione e cultura della Camera del Deputati ha infatti votato all’unanimità la risoluzione che di fatto “impegna il Governo ad adottare iniziative, per quanto di competenza e nel rispetto dell’autonomia dell’ordinamento sportivo, affinché siano individuati strumenti idonei a verificare le condizioni per la partecipazione di Alex Schwazer ai prossimi Giochi Olimpici di Tokyo”.
Una vera e propria iniziativa politica che stravolge tutto quello che era stato detto e scritto a proposito della vicenda del marciatore fino alla sua positività immediatamente prima di Rio 2016.
Come noto Schwazer, che non ha mai smesso di sottolineare la propria innocenza, aveva portato la sua vicenda personale fino alla giustizia ordinaria. Che lo aveva assolto dalle accusa di doping e frode sportiva accogliendo la tesi di un complotto a danno dell’atleta e del suo allenatore. In pratica i giudici hanno stabilito che le analisi di Schwazer erano state contraffatte. Ma sull’atleta pesava pur sempre la squalifica sportiva che di fatto gli impediva di prendere parte a qualsiasi evento agonistico.
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La decisione della commissione cultura a questo punto costringe il CONI, il comitato olimpico italiano, a prendere atto non solo della decisione dei giudici ma anche della volontà politica del governo che chiede “un atto di impegno”, pur riconoscendo l’autonomia dell’autorità sportiva italiana in tal senso.
Hanno votato tutti a favore: presente anche Valentina Vezzali, l’olimpionica di scherma che da poche settimane ha assunto o il ruolo di sottosegretaria con delega allo nel governo di Mario Draghi. Nella risoluzione votata dalla commissione si fa riferimento proprio alle parole dell’ordinanza di Bolzano, scrivendo che il magistrato “ha stabilito con alto grado di credibilità razionale che i campioni di urina prelevati dal marciatore erano stati alterati allo scopo di farli risultare positivi”.
Secondo la giustizia sportiva Schwazer, 36 anni, dovrà stare fuori dall’agonismo fino al 2024: quelle di Tokyo potrebbero essere le sue ultime Olimpiadi.
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L’atleta intanto, prosegue la sua doppia battaglia. Da una parte si allena. Dall’altra continua la sua lunghissima campagna mediatica che ha coinvolto diverse trasmissioni televisive (tra le quali “Le Iene”). A suo fabore anche una petizione che in pochi giorni sta raggiungendo le 100mila firme. E nel frattempo sta presentando un nuovo ricorso al tribunale federale amministrativo svizzero (la sede del CIO è in Svizzera, a Losanna) per ottenere il passaggio a Tokyo.
L’agenzia per il doping Wada, sconfessata dalla giustizia italiana, e la World Athletics, la federazione internazionale che anni fa si chiamava IAAF, si dichiarano contrarie. Anche se entrambe sono al centro di altri scandali. Basti pensare alla vicenda del doping di stato russo con la vecchia IAAF che ha cambiato tutti i suoi vertici.
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