Il bilancio delle vittime della pandemia è sempre più drammatico, giorno dopo giorno, e anche il mondo dello sport ha pagato un caro prezzo al Covid
Il 18 marzo è la giornata di commemorazione di tutte le vittime che hanno perso la vita a causa della pandemia.
Covid, bilancio drammatico
I dati purtroppo sono e restano drammatici in un momento in cui l’Italia è ancora in pieno lockdown e resterà quasi completamente in zona rossa fino a dopo Pasqua. Ormai da alcuni giorni l’Italia ha superato il tragico bilancio ufficiale di 100mila vittime.
Un anno fa le persone che ipotizzavano un numero di vittime cinque volte inferiore venivano smentite e definite “untori”. Oggi purtroppo siamo nella realtà più cruda. Ognuno di noi ha perso un amico, un parente, anche un solo conoscente a causa del Covid.
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Le vittime nello sport
Lo sport, come il mondo di cinema, arte e musica, ha pagato un tributo altissimo alla pandemia con tante persone eccellenti che ci hanno lasciato prematuramente. Sportivi italiani magari poco conosciuti ma che erano una parte integrante della storia del nostro sport nazionale.
Calciatori come Luciano Federici, Francesco La Rosa, Urano Navarrini, Ernesto Galli, Giovanni Sacco, Fabio Enzo. Ciclisti della vecchia generazione come Italo De Zan, Danilo Barozzi, Aldo Moser ma anche l’ex presidente federale Giancarlo Ceruti. L’ex campione europeo di pugilato Angelo Rottoli, l’atleta Francesco Perrone, l’hockeista bruno Ghedina. Un celebre massaggiatore come Oscar Ghidini. E molti manager.
L’ultimo, pochi giorni fa, Marco Bogarelli, che aveva riscritto la storia dei diritti televisivi del calcio di Serie A e nazionale.
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Dopo il Covid
Mentre è ancora in discussione la regolarità di eventi come Olimpiadi di Tokyo ed Europeo di calcio, molti laboratori stanno cercando di capire se e come il virus impatterà sulla carriera degli sportivi che lo hanno contratto, decine di migliaia in tutto il mondo. Una recente ricerca pubblicata dall’autorevole News Medical parla di studi su una possibile sofferenza cardiaca legata al Covid che dovrà essere seguita con attenzione negli sportivi professionisti.
La data del 18 marzo non è stata scelta a caso. Lo scorso anno, il 18 marzo, parte da Bergamo la prima colonna di camion militari carichi di vittime destinate ai forni crematori di di altre province. Perché l’ospedale era allo stremo e il cimitero non era più in grado di affrontare altre sepolture.
Molte le iniziativa in tutta Italia per ricordare le vittime della pandemia: alle 11 a Bergamo il presidente del consiglio Mario Draghi ha visitato Bergamo partecipando a un minuto di silenzio al cimitero municipale e a una breve manifestazione commemorativa nei pressi dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII da dove erano partite le colonne di camion cariche di vittime.