Una morte improvvisa quella di Marvin Hagler, un pugile potente e innovativo, elegante capace di esprimersi adattandosi a qualsiasi avversario
É morto improvvisamente a 66 anni Marvin Hagler, campione indiscusso dei pesi medi tra il 1980 e il 1987, capace di battere in uno dei combattimenti più controversi di tutti i tempi Sugar Ray Leonard.
Non sono ancora state chiarite le circostanze della morte dell’ex pugile il cui decesso è stato annunciato con un messaggio dalla moglie Kay sul suo profilo di Facebook. La morte di Marvin Hagler sarebbe stata improvvisa, nella tenuta di famiglia nel New Hampshire: “La nostra famiglia chiede di rispettare la privacy in questo momento difficile” scrive la vedova.
Immediatamente sotto il messaggio sono stati pubblicati migliaia e migliaia di messaggi di affetto e di cordoglio provenienti da fan, estimatori e colleghi. Migliaia di testimonianze da ogni parte del mondo.
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Hagler era molto noto nel nostro paese: per un lungo periodo aveva deciso di soggiornare proprio in Italia, tra Brianza, Liguria e Toscana. Qui aveva amici e diversi interessi personali. Diverse apparizioni televisive e qualche comparsata cinematografica. Era un grande appassionato di calcio. Tifava Sampdoria.
Nato nel New Jersey viene profondamente influenzato dalla figura mitica di Rocky Marciano che era nato in un quartiere poco lontano da dove si era trasferito con la sua famiglia quando era giovanissimo. La sua carriera iniziò da dilettante per portarlo ai massimi livelli e a tre titoli mondiali, WBC e WBA nel 1980 e l’IBF nel 1983, che lo resero campione indiscusso di tutte le federazioni fino al 1987. Celeberrimi i suoi match con “Mani di Pietra” Duran, con Juan Roldàn, con Hearns, ma soprattutto con Sugar Ray Leonard. Hagler perde ai punti per decisione non unanime il più importante combattimento della sua vita, il 6 aprile 1987, pregiudicando il titolo WBC. Ma non accetterà mai il verdetto dei giudici. Sarà l’ultimo match della sua carriera.
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La sua richiesta di un rematch con Leonard resterà inascoltata: resterà in attività dopo quella sconfitta in attesa di una rivincita. Nel giugno 1988 si ritira dal pugilato dicendo di essere “stanco di aspettare”. Diventerà commentatore, testimonial, un personaggio mediatico a tutto tondo. Con Leonard combatterà ancora ma solo a un videogame, in un evento celebrativo.
Soprannominato “The Marvelous” per il suo stile elegante e sinuoso, è considerato uno dei pugili più solidi e forti di tutti i tempi. La International Boxing Hall of Fame lo ha introdotto nel novero dei più grandi pugili di ogni tempo.
Il suo score è di 62 vittorie, 52 delle quali per knockout, due pareggi e tre sconfitte, tutte per decisioni arbitrali.
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