Il capitano storico della Roma fa sempre notizia, soprattutto ora che sta per uscire un documentario che verrà pubblicato su Sky Atlantic, Totti si racconta così
La sua biografia “Un Capitano”, scritta con Paolo Condò è stata un grande successo editoriale. Altrettanto si ipotizza per la sua biografia documentaristica, “Speravo de morì prima” che sta per andare in onda su Sky Atlantic.
La prima puntata della serie tv è in programma il 19 marzo e promette di essere il più importante successo commerciale della rete pay. Con attori di grande esperienza: Gianmarco Tognazzi interpreterà Luciano Spalletti mentre la mamma di Francesco Totti sarà la grande Monica Guerritore. La serie è già oggetto di grande interesse online e qualsiasi informazione va a ruba. Totti ne ha parlato con una lunga intervista che uscirà domani in esclusiva sul Corriere della Sera.
Totti, che sul piccolo schermo sarà interpretato da Pietro Castellitto, attore trentenne figlio di Sergio Castellitto e di Margaret Mazzantini, ha parlato di sé, della sua vita sportiva e privata in alcuni stralci promozionali sono già motivo di grande interesse.
Totti per esempio ha detto di essere stato quasi costretto a chiudere con il calcio: “Sapevo che prima o poi avrei dovuto smettere e quando si arriva a una certa età bisogna essere realisti. Perché a 40 anni è pure difficile arrivare e continuare a giocare al livello giusto. Ma una soluzione si poteva trovare, insieme. Avrei voluto smettere in un altro momento. Avrei voluto essere io a prendere la decisione”.
Il n.10 ha rivelato di essere pentito di poche cose: “Lo sputo a Poulsen e il calcione che ho dato a Balotelli, sono state le cose più brutte che potessi fare. Cose che non mi appartengono, cose non da me. E sono sincero, ancora oggi quando ci penso e mi rivedo in quelle immagini non riesco a capacitarmi di come abbia potuto compitere dei gesti simili”.
Quanto al calcio e ai suoi protagonisti Totti rivela una patina di profonda nostalgia: “I social sta rendendo tutti i calciatori più individualisti, stanno sbarellando. Ma il problema è più generale: stanno sparendo i campioni. Ci sono meno campioni e più giocatori costruiti”.
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